Questo post lo dedichiamo in particolare a Stefania che ha organizzato la gita in maniera impeccabile, a Gloria e Catia che in sua forzata assenza hanno curato con altrettanta attenzione l’organizzazione in loco. Il commento a questa quattro giorni dovrebbe essere lungo per come e quanto di bello abbiamo visto, ma devo sintetizzare. Quando al rientro siamo scesi dal bus ho sentito una signora che ha detto “ dieci e lode “ ! Viaggio ok, hotel di buon livello, l’Ambassador di Opatija addirittura ottimo con cena e colazione senza limiti al colesterolo e alla bilancia. Bella la Basilica di Aquileia con splendidi mosaici, interessante il castello di Duino. Conoscevo già le grotte di Postumia ed i laghi di Plitvice con le rumorose e belle cascate per cui lascio ad altri la descrizione in altro post. Non conoscevo Trieste e voglio parlare di questa città che è stata una piacevolissima sorpresa. Quando giovedì dopocena siamo usciti per fare un po’ di moto, non pensavamo di trovarci di fronte un centro storico così affascinante . Il giorno successivo con la visita della città, anche noi abbiamo respirato un’aria speciale in questo lembo orientale dell’alto adriatico, città mitteleuropea alla quale si sono ispirati grandi letterati. Ho avuto la conferma di quanto avevo letto : che Trieste accoglie il mare in casa, che i suoi palazzi parlano un vario linguaggio dalle vestigia romane all’asburgico per poi essere rimodellati da architetti italiani, che è incrocio di popoli e religioni ecc… infine quell’antica passione per il caffè ! E che dire della splendida Piazza dell’Unità d’Italia (ex piazza Grande) giustamente considerata una delle più belle del mondo tra quelle affacciate sul mare. E per non dimenticare abbiamo visitato la Risiera di San Sabba, divenuta tristemente famosa per essere stato l’unico lager nazista in Italia . Prima di chiudere : durante la visita ai laghi di Plitvice avevamo fatto una promessa alla nostra giovane e sempre sorridente guida. Zrinka a te il “premio simpatia”, guarda le foto ! un saluto a tutti, Sandro
